venerdì 15 maggio 2015

SCHEGGE DI PAZZIA

Tornavo con la bicicletta dal medico quando, nel percorrere la pista ciclabile -in realtà una pallida striscia d'asfalto, piena di buche, letteralmente frantumata, che si snoda tra radici d'alberi grandi come carcasse d' elefanti e rami caduti, ostruita da motorini e auto in sosta, e che finisce più volte all'improvviso, svanendo come un miraggio durato troppo a lungo; a questo punto, sempre se sei fortunato, riesci a intravedere il punto dove riprende la pista, che di solito è nascosta dietro i cassonetti del sudicio, oppure pesantemente ostruita da decine di motorini in sosta...in alcuni tratti, poi, la pista condivide striminziti marciapiedi con i pedoni- di viale "Bel Fiore", arrivo a un semaforo che comanda un passaggio pedonale, lo stesso che devo attraversare io, sul viale trafficatissimo, e mi fermo per via del rosso "pedonale". Aspetto da circa un minuto quando, forse ritenendo di aver atteso il mio turno fin troppo, alzo gli occhi per vedere a che punto siamo con la faccenda semafori...è verde!
Bene, preparo il pedale in modo da potergli dare una vigorosa spinta col piede, mi alzo dalla sella e, con buono slancio, mi butto in avanti...e per poco un furgone non mi butta sotto.
Mi arresto appena in tempo mentre, ancora incredulo -probabilmente il furgone ha accellerato per non doversi fermare, quando era giallo per lui già da un pezzo, ed è passato proprio nel momento che scattava il verde per me- provo a farmi ancora avanti, cercando di attraversare una volta per tutta quelle maledette strisce pedonali. Ma le automobili continuano a passarmi davanti, facendomi il pelo, spesso strombazzando, mentre io, nel pieno dei miei diritti, cerco faticosamente di guadagnare il centro della carreggiata...poi succede. Sento stridere i freni, vedo macchine inchiodare...risentiti colpi di clacson vibrano nell'aria...si, ci siamo... ecco che succede...non capisco più niente...mi sale il sangue alla testa...sono il gigante verde ora...una rabbia schiumante mi ha trasformato in una bestia vendicatrice, pronta alla battaglia.
Nella mia mente è tutto chiaro, così nitido da risultare sbalorditivo...questi cazzo di automobilisti, con le loro automobili di merda, senza alcun rispetto per la segnaletica, i pedoni, i ciclisti...che non fanno che correre come matti, investire la gente e rompere i coglioni...si, non può che essere così...una logica deduzione.
Mi fermo nel bel mezzo della strada, tiro giù l'asta del cavalletto e, mentre pianto la bicicletta come una bandiera sull'asfalto, mi giro rabbioso verso quel muro di automobili che si sono fermate -finalmente- a pochi metri da me...posso vedere la fila in fondo al lungo viale -vitale snodo cittadino- che va crescendo sempre più, come un fiume in piena che cozza contro un ostacolo. Mi lascio andare a imprecazioni di ogni genere, vocio fino a farmi scoppiare i polmoni, accompagnando il tutto con ampi gesti dei miei pugni ben serrati:
"Ma porca di quella puttana dico io...vi volete fermare o no? Ma si può sapere che cazzo state facendo? Ma non lo vedete che avete il rosso...non vedete che vi dovete fermare, cazzo?
Lo capite che sta a me passare, ignoranti caproni che non siete altro!"
Nel berciare come un folle dagli occhi fuori dalle orbite, scruto uno a uno le facce interdette e preoccupate che mi fissano da dietro i parabrezza opachi; un tipo, il cui culo poggia sull'auto più merdosa di tutte, quella più a sinistra del mio campo visivo, noto, ritiene di aver qualcosa da ridire...e sta sbraitando proprio nella mia direzione...proprio dove sono io...verso me, fermo come un monolite nel pieno dei miei diritti!
Mi muovo...faccio qualche passo avanti, a capo chino, come un bufalo che sta per caricare...mi dirigo verso quello sciagurato che ha deciso di sfidarmi, il quale, nel vedermi avvinare, pensa bene di ingranare la prima e di levarsi dalle palle, veloce come un missile terra-terra...bene, un coglione in meno. Indugio ancora un pò, me la prendo comoda -ricordo che sono nel pieno della ragione-  riguardo, sfidandolo, ogni singolo volto che ancora mi osserva, muto e immobile, da dietro quei loro fottuti parabrezza...nessuno si azzarda a dire niente...tutto tace...l'ordine è stato ristabilito, la ragione ha trionfato, l'ignoranza arginata...ho il pieno controllo della situazione, sono il vincitore, colui che ha prevalso.
Mi giro lentamente, di proposito, tiro sù il cavalletto della bicicletta con un accurato colpo di piede, poggio il culo sulla sella e faccio per ripartire...solo allora, gettando un'ultima occhiata al semaforo, mi accorgo che sono io quello ad avere il semaforo rosso...
Con fare indifferente, facendo finta di nulla, guadagno la parte opposta della carreggiata dove la pista, che sembra essere stata usata come un campo di tiro dell'artiglieria, scompare misteriosa tra una selva di cassonetti e motorini abbandonati.

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