giovedì 10 dicembre 2015

GITA A ROMA PARTE 1

" Ok, allora domani mattina, diciamo verso le 7:00, ci troviamo a Ponte Alla Vittoria, e da lì si prende l'autostrada da Scandicci " dice mio fratello.
" Le 7:00? " mi meraviglio io..." ma non è un po' troppo tardi? " ...(mio fratello, con la coda dell'occhio, mi guarda dubbioso)...
" Eh si, guarda che poi si fa proprio tardi " faccio ancora io, con la solita, fastidiosa enfasi...(mio fratello, Massimo detto anche Mad Max, da dietro la peluria facciale gialla che da sempre lo contraddistingue, riesce a disegnare un'espressione ancor più dubbiosa)...
"D'accordo " dice alla fine, soffiando via una risposta che immagino consideri estorta, dopo averla aspirata dentro, sniffata col naso nell'aria fresca ma addolcita da un sole tiepido, che rendeva screziata l'aria...
" allora facciamo tra le 6:30 e le 7:00 ".
"Perfetto!" dico..."magari più verso le 6:30 che le 7:00 però...sennò mi sa che si fa troppo tardi...tanto io per quell'ora è già da un pezzo che sono sveglio..."
Mad Max mi guarda...non dice più niente...

Apro gli occhi ancora cullati dal sonno, sbatto le palpebre più volte come a voler scacciare un sogno rimasto invischiato tra le ciglia fitte e appiccicose come ragnatela; fuori è buio...cerco di convincermi che è ancora presto e faccio per richiudere gli occhi e girarmi dall'altra parte quando, colto da un'improvviso senso di angosciante disagio, mi sbatto in faccia l'orologio "Casio" -di cui vado tanto fiero- e cerco di materializzare, dalle profondità di un buio che stenta a voler svelare i suoi segreti, le mie preziose lancette fluorescenti...eccole...ora riesco a leggerle...sono le 6:40.
Mi alzo di scatto...mi tiro su come uno di quei posseduti che si vedono in televisione, rovisto tra gli abiti ai piedi del letto (quelli più a portata di mano), intrecciati con le coperte...quasi fusi con esse e, dopo essermi vestito in cinque secondi netti con gli occhi ancora chiusi, mi avvio barcollando come una mummia nel corridoio buio, dove, sempre con gli occhi ancora chiusi, finalmente arrivo in bagno. Cerco l'interruttore nel buio più totale...lo trovo... accendo la luce e decido, già sapendo quanto fastidioso sarà, che è giunto il momento di aprire gli occhi...mi guardo allo specchio...sono un disastro, ma va bene lo stesso.
Oggi, giorno di Pasquetta, lunedì 7 Marzo 2015 andrò a Roma.
Solo una volta ho visitato Roma -escluso il raccordo anulare, intendo- ed è stato durante una gita scolastica, quando frequentavo ancora le scuole elementari. Di quella gita non ricordo molto, non sono neanche sicuro dell'anno; per noi ragazzini era solo una giornata senza scuola, senza interrogazioni, e virtualmente senza cultura. I ricordi che conservo di quel giorno sono pochi...giusto un paio:
L'altare della patria, che trovai imponente, bellissimo, di un bianco abbagliante, luminoso come il latte appena munto e che, non chiedetemi il motivo, mi convinsi essere il palazzo di Nerone; poi ricordo il Colosseo, ma solo perchè un mio compagno di classe, una volta giunti in cima, pensò bene di buttare giù, nella strada sottostante, una lattina di Pepsi appena finita di bere, fatto che causò, dopo pochi minuti, l'indispettito arrivo di una signora accompagnata da un vigile, la quale sbraitava in direzione di noi ragazzini affermando, rivolta al tutore dell'ordine, che eravamo dei disgraziati che meritavano una punizione esemplare e, a riprova della sua accusa, si alzò la gonna fin sopra le ginocchia per mostrare gli schizzi di pepsi che macchiavano ancora la calze di nylon nere..."vede signor vigile" faceva lei con le cosce tutte fuori..."guardi gli schizzi...per fortuna non mi hanno colpita in testa con la lattina...sennò chissà cosa succedeva...", mentre il vigile, dal canto suo, non poteva far altro che constatare gli schizzi di pepsi che effettivamente c'èrano su quelle calze di nylon nere, su quelle gambe che fecero precocemente sbavare anche noi piccolini..."si si signora...vedo vedo" non faceva che ripetere il vigile, senza peraltro prendere seri provvedimenti a riguardo...

Mi affretto nella piacevole prima mattina di Aprile, con mio fratello che ha già chiamato per informarvi del fatto che, come da me stesso suggerito, lui è ad aspettarmi al posto convenuto già dalle 6:30..."sto arrivando" rispondo mentre copro a piedi il quarto d'ora di strada che ci divide. Arrivo col mio solito sorriso da ebete stampato in faccia, grugnisco un saluto frettoloso e mi infilo nella sua macchina, un suv della Nissan comprato da poco, indubbiamente comodo e ideale per il viaggio. Dopo poco che siamo partiti ci fermiamo a fare colazione -cappuccino e brioche- e quando imbocchiamo l'autostrada a Scandicci sono già le 7: 45.
Conoscete l'autostrada direzione sud che comincia subito dopo l'ultima uscita valida per Firenze?
Se la risposta è si, buon per voi, se invece non la conoscete lasciate che ve la spieghi io, anche perchè, per motivi di lavoro, l'ho percorsa spesso:
E' noiosa e deprimente quasi quanto vedere un porno senza sonoro; l'unico tratto interessante, davvero degno di nota, quello che ti fa guardare fuori dai finestrini, passa attraverso l'Umbria...Fabro, Orvieto, incastonati come gemme su gioielli di tufo, belli come quei cioccolatini ben confezionati che si regalano per natale...un trittico ben congeniato, che vale sempre uno sguardo ammirato.
Dopo un paio di doverose soste con relativa pisciata e acquisto di bottigliette d'acqua -la birra negli autogrill costa effettivamente troppo per i miei gusti- finalmente arriviamo al già citato grande raccordo anulare; in quel budello di svincoli e corsie dissestate, nonostante il super tecnologico navigatore satellitare del Nissan, non riusciamo lo stesso a capire dove andare, e ci aggiriamo con fare circospetto aguzzando la vista ogni qual volta incontriamo un cartello...a un certo punto ne troviamo uno che indica il centro a destra, e noi, non poteva essere altrimenti, puntualmente giriamo a sinistra...ma la nostra sbadataggine probabilmente ci ha fatto fare la scelta migliore:
Arriviamo in un viale relativamente senza traffico, con molti parcheggi a disposizione..."ok, fermati qui" faccio a mio fratello, "possiamo chiedere a qualcuno quanto è lontano il centro, e se lo è se c'è un bus che ci può portare...aspetta un attimo, vado e torno". Lascio max a custodire la sua preziosa automobile, e mi avvio verso un fioraio poco distante che sta sistemando dei vasi su un banco improvvisato...il fioraio, un cingalese, ascolta le mie richieste senza sollevare una sola volta lo sguardo e, quando finalmente si gira a fissarmi, quasi contro voglia, solleva il braccio verso una direzione indefinita, lo agita un pochino e aggiunge, quasi che parlare gli costasse una fatica immensa:
"di là...piazza del popolo...no lontano..."
Lo guardo perplesso..."piazza del popolo? ma è vicino al centro? e quanto è lontano? e se è lontano, c'è un bus per arrivarci?" ...Il cingalese mi fissa con espressione vacua, smorta -troppe domande tutte insieme, immagino-  poi sembra farsi forza e aggiunge, a scanso di equivoci "si...piazza popolo vicino centro...c'è tram numero 2..." detto questo mi scarica dai suoi pensieri e torna ad occuparsi delle piante.
Torno da mio fratello, lo informo sulle possibilità che abbiamo -magari dopo chiediamo a qualcun'altro, un po meglio, aggiungo- e decidiamo che si può fare; ci incamminiamo con Max che lancia un'ultima, amara occhiata alla sua auto, rimasta tutta sola soletta in una zona sconosciuta e deserta..."speriamo di ricordare come si fa a tornare qui" mormora contrito, e mi segue cupo, preda di chissà quali pensieri.
La sera prima, mio fratello ha stampato una brochure multi-informazione riguardante i maggiori punti di interesse di Roma, comprensiva di relativa, piccola mappa della città, informazioni che, a una più attenta analisi, si dimostrano del tutto inadeguate:
La mappa, ad esempio, non rivela ne' dove siamo nè quale strada fare per raggiungere i punti di maggior interesse, comunque quelli che abbiamo deciso di visitare, mentre il resto delle informazioni riguardano più che altro locali notturni, ristoranti e hotel dai nomi altisonanti. Mentre ci incamminiamo verso Piazza del Popolo -che alla fine decidiamo di fare a piedi, dopo aver chiesto meglio e aver capito che era abbastanza vicino- frugo con lo sguardo ogni vicolo secondario in cerca di un supermercato dove acquistare generi di prima necessità (come birra e patatine) senza per questo dover aprire un mutuo in banca...ogni tanto mi fermo a un baracchino mobile, di quelli che la notte scompaiono dentro i garage, e scruto i prezzi...sbarrare gli occhi incredulo è l'unica cosa che posso fare, ma sembrano che siano in attività solo questi carretti, tutto il resto è chiuso...le serrande tirate giù...Domenica di Pasqua...bàh!
Il costo di quello che desidero, ben incollato sui colli di bottiglia delle più varie marche di birra, mostra i seguenti prezzi: 3, 50£ euro per una "Moretti piccola" (quelle estere non oso neanche guardarle)...prezzo che mi pare un pò eccessivo, e lascio perdere. Troviamo a terra, tra i cumuli di spazzatura che invadono più o meno ogni angolo, una mappa turistica di quelle che usano per l'appunto i turisti...ci guardiamo, con l'insolita affinità che si riscontra solo tra gemelli, e all'unisono pensiamo bene di gettare via il nostro inutile e casalingo opuscolo e affidarci alla cartina appena trovata, che mostra, su scala accettabile, tutto il centro storico...ogni viuzza, ogni piazza grande poco più di un anfratto è ben segnata e nominata, e i punti di maggior interesse, compresi quelli dove vogliamo andare, ben chiari...Con mio fratello ho sempre avuto un legame molto forte; ci divide un solo anno di età...io sono nato il 14 Agosto del '76, e lui  il 15 Agosto del '77...nostra madre ci ha sempre cresciuti come fossimo gemelli...ci vestiva sempre uguali, ci ha fatto fare la comunione e la cresima insieme...gli scout...la squadra di calcio del Firenze ovest...tutto sempre insieme...ma un forte legame ci accomuna davvero...Ricordo una volta che eravamo al parco delle Cascine.. si frequentava le medie...eravamo in estate, nel periodo delle vacanze estive, tra l'altro già finite -la scuola avrebbe riaperto il giorno dopo- quando a un certo punto, quando camminavamo in silenzio già da alcuni minuti, all'improvviso, all'unisono...ogni lettera perfettamente sovrapposta all'altra, annunciammo: "Domani rinizia la scuola!"
Bisogna ammettere che è una cosa difficile da spiegare...un vincolo che credo, e spero, non si spezzerà mai.
A un certo punto richiamo l'attenzione di mio fratello su quello che ci circonda:
Le strade sono letteralmente coperte di spazzatura, di ogni tipo e genere. E' una cosa che mi ha colpito da subito...non c'è modo di sbagliarsi, è mattina presto, quindi non è roba che si è accumulata nel corso della giornata anzi, sembrano cumuli di spazzatura vecchi di giorni, comprensivi di manifesti riguardanti le ultime votazioni politiche (e solo questo può dare l'idea di quanto vecchi mi siano sembrati i cumuli); sembra una città abbandonata, lasciata a se stessa, quasi un agglomerato mediorientale, cadente... ricoperto di scritte...milioni di inutili e osceni graffiti...come una città sotto assedio. Più che Roma città, città vera, sembra esserci solo l'idea di Roma...il mito che sopravvive...Alzi lo sguardo, fai una panoramica superficiale e pensi: cazzo quant'è bella Roma...poi abbassi lo sguardo, ti concentri sui particolari e pensi: cazzo che fogna che è Roma.

La giornata è soleggiata e ventosa, e il mio abbigliamento, che consiste in una maglia di lana sopra una camicia di cotone, senza cappotto, è più che adeguato; un paio di jeans morbidi e scarpe "Converse" (le mie preferite) completano l'abbigliamento. Camminiamo e ci accorgiamo di avvicinarci al centro per via dei turisti, che animano e riempono ogni più piccolo anfratto, coi loro visi rossi e seri, sempre raggruppati in file ordinate e interminabili, già vestiti come fossero su una spiaggia mediterranea...così siamo arrivati a Piazza del Popolo, come due naufraghi in un mare di folla appiccicosa e vociante. Nel centro della piazza si erge il magnifico "Obelisco Flaminio", (a questo punto potrei dirvi che l'obelisco è uno dei tredici che adornano la città eterna, portato a Roma nel 10 a.c per volere di Ottaviano Augusto, ma non sono qui per fare lezioni di storia)... Il monumento è circondato da quattro leoni scolpiti nel marmo, raffigurati in pose diverse, sicuramente di epoca più recente, una sorta di guardia d'onore...
A un certo punto afferro Max per una spalla e gli dico di guardare una cosa che a me ha fatto rizzare i capelli in testa:
i soliti cafoni maleducati stanno usando i leoni come una sorta di giostra, su cui arrampicarsi e scattare foto e "selfie"...trovo tutto ciò sconcertante, e anche mio fratello, a cui di solito i monumenti non fanno nè caldo nè freddo, si dice d'accordo con me:
"Bèh, si...in effetti...non mi sembra una cosa tanto carina..."
Comincio a guardarmi intorno incredulo, e fisso con aria interrogativa la mezza dozzina di vigili urbani a spasso per la piazza, e la mia costernazione è quella di uno che vorrebbe domandare a tutti i presenti:
Scusate signori, ma li vedo solo io quei buzzurri sopra i monumenti? ...allora?...cosa avete intenzione di fare? Ma ai vigili in questione, come alle pattuglie di polizia, quelle dei carabinieri, e perfino una della guardia di finanza, sembra non importare un fico secco della questione, occupati come sono a trafficare coi loro super-nuovi-smaglianti smartphone, a giocare con l'ultima applicazione scaricata o impegnati in lunghe e apparentemente interminabili telefonate, probabilmente scocciati dal fatto di essere in servizio in un giorno di festa. Ed è così, scambiandoci opinioni disgustate -con relativo scherzetto di Mad Max, nascostosi dietro una colonna per farmi credere che ci eravamo persi di vista- che imbocchiamo finalmente Via Del Corso, dove in lontananza, proprio in fondo al viale, potevo già scorgere L'altare Della Patria (che ovviamente non è il palazzo di Nerone). Come suggerisce il nome stesso -tutte i viali del genere si chiamano più o meno così- Via Del Corso è un infinito susseguirsi di negozi  costosi e alla moda:
Prada, Armani, Gucci, Blueberry, Napapjiri, Nike, Mc Donalds, hotel a cinque stelle, ristoranti di classe e ancora Mc Donalds e Burger King sono solo un esempio...una sfilata di oggetti inutili e costosi che sono la delizia dei consumisti più sfrenati...comincio a sentirmi a disagio; anche qui la solita onnipresente spazzatura, che il forte vento non aiuta certo a mitigare, e folle di turisti di ogni etnia e religione che camminano a passo di lumaca e che, ai miei occhi, cominciano a somigliare grottescamente ai cumuli di sudicio che tanto urtano la mia sensibilità. Voglio una birra, e la voglio subito...provo a riavvicinarmi a qualche altro baracchino mobile...ricontrollo i prezzi e mi riallontano disgustato, la mano a toccare la tasca posteriore dei jeans, ad assicurarmi di avere ancora il portafoglio là dove dovrebbe essere. Non sono pronto -e credo che non lo sarò mai- ad entrare in questa logica di "prezzi da centro", che tutte le volte mi fanno sbarrare gli occhi incredulo e accartocciare le guance in dentro, la bocca un forellino che succhia aria  fino a far scoppiare i polmoni...per quel che mi riguarda possono andare tutti in malora, facciano scadere ogni cosa, che buttino tutto via -tanto per la strada non c'è altro- che non avranno mai i miei soldi.
Mio fratello mi sventola in faccia la mappa che abbiamo trovato... dice che non abbiamo tempo per una birra -e comunque lui non la vuole- e fa di tutto per attirare la mia attenzione sul prossimo monumento che dovremmo andare a contemplare...io inghiotto saliva e mi annoio un poco, non sono certo quel che si dice un "classico turista" che si intruppa in code interminabili e avvilenti, e senza neanche una birra che mi fa rendere le cose più interessanti -cosa che ammetto essere un bisogno meschino-  ma davvero non riesco a entrare in sintonia con quella che molti definiscono la città più bella del mondo...se è la più bella non lo so, quel giorno no di sicuro... sacchetti dell'immondizia sventrati e sparpagliati ovunque, cocci di vetro e lordume di ogni sorta sono ricordi ancora troppo vividi. Quel che è sicuro è che ho ampiamente rivalutato la mia piccola Firenze, indubbiamente più pulita e molto meglio curata -davvero un gioiellino- compresi i servizi per i turisti; forse sto esagerando o forse la questione mi ha colpito più del dovuto... forse ho beccato il giorno peggiore dell'anno, non so, ma visto che a Roma la principale fonte di guadagno è proprio il turismo, credo dovrebbero fare qualcosina in più per il decoro generale, anche perchè, e questo è un pensiero che lascia perplessi, che cazzo di fine fanno tutti i soldi delle tasse che arrivano fin qui da tutta Italia?

Continuiamo ad avanzare nell'aria limpida e tra la folla che va sempre più aumentando...zigzaghiamo tra loro ed i cumuli di rifiuti, alzando ogni tanto gli occhi in cerca di qualcosa di carino su cui posarli, ma Via Del Corso, man mano che avanziamo, presenta solo locali e negozi di categoria sempre più infimi...  kebabbari , pizzerie e baracchini mobili soppiantano i marchi di lusso e proliferano senza ritegno.
Ad un certo punto, alla nostra destra, intravediamo una piazzetta che, a furia di mostrarla in televisione, ci è alquanto familiare: lo slargo antistante palazzo Chigi.
Notiamo subito che è tutto molto più pulito e in ordine, e dozzine di guardie dei corpi più vari montano a guardia di quello che è il centro politico del paese. Mi fermo un attimo a contemplare la famigerata forma del candeliere ebraico a sette braccia che, ben tracciata, punta direttamente verso l'ingresso del palazzo...infine, preda della solita paranoia complottistica mondiale, complotto che vede i giudei sempre ai vertici, cerco di animare una discussione a riguardo con mio fratello, il quale, alzando gli occhi al cielo come di consueto -immagino sia stufo di queste paranoie- si volta in direzione di Via Del Corso e si incammina deciso verso i cumuli di spazzatura che ci attendono poco più avanti....continua.

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