giovedì 15 settembre 2016

PAOLA, L'OPERAZIONE E I VECCHI, VO. 7

Sto spendendo un'esagerazione di soldi in telefonate...prima ero in bagno, potevo sentire il cellulare squillare; sapevo già che era la Paola -è sempre e quasi solo lei- ma speravo che per un po' mi avrebbe lasciato in pace, che avrebbe fatto passare qualche secondo tra una telefonata e l'altra...no!
Mi netto il culo più veloce che posso...la richiamo...lei è così, chiama per informarmi di ogni singola cosa che capita a lei o a qualcuno di nostra conoscenza..."sai, ho appena incrociato Lucio...ma si dai, quello che ti dissi...quello che mi sta sul culo, ma come fai a non ricordarti? Lo vedi, tu non ascolti mai, te l'ho detto appena un paio di giorni fa...insomma, lo incrocio, lui mi guarda, ma io faccio finta di niente...si, faccio finta di non averlo visto, ho fatto bene? o no?"
Ma che dico, di solito le sue telefonate non sono così interessanti, però lei è fatta così, passarebbe giornate intere al telefono, e pretende che, dato che lei lo fa con me, anche io devo telefonarle in continuazione, cosa che mi sforzo di fare, anche se con risultati, temo, non all'altezza delle sue aspettative, dato che è sempre a rimproverarmi del fatto che non la chiamo mai, e questo, per lei, è sintomo che a me non importa più di tanto del nostro rapporto...è capace di chiamare 1 minuto dopo che ci siamo salutati, magari solo per dirmi che la bicicletta, se n'è appena accorta, ha la ruota dietro che dondola, oppure che stava per cadere perchè ha dovuto schivare un'anziana testa di cazzo che stava attraversando la strada sulle strisce pedonali...la mia Paolina, Dio quanto l'amo. Mi tiene in vita...a volte mi arrabbio, vuoi perchè mi chiama per delle banalità davvero clamorose, vuoi perchè attacca con le sue storielle senza neanche abbaiare un "ciao", e comunque quasi sempre senza domandare come mi sento...ora, sarò anche intelligente e tutto quanto, ma com'è  che io, dalla disastrosa e sempre compromessa salute, invece di stare a letto a riposare e stare tranquillo, o in santa pace a cagare nel cesso, (giusto per fare un esempio) mi ritrovo mezzo nudo a vociare al telefono su e giù per il corridoio, col petto che scoppia e il respiro che ha preso il largo, ben lontano dai miei polmoni surriscaldati? Potere delle donne, un potere che solo loro hanno...

Chino su questo tavolo, in penombra, una penna tra le dita...
non penso, non scrivo, non sono; ma per chi passa davanti la mia stanza, e getta un'occhiata dentro, sembro fare mirabilie...Voglio che passi qualcuno, voglio che si volti verso me, che mi guardi anche solo di sfuggita...voglio che mi vengano estorti attimi, vibrazioni...come quelle di un binario quando si avvicina il treno, e si trascina vagoni di sorrisi, di paure, di balli e canzoni...e di sogni dove compari tu, la vibrazione più intensa che attraversa il mio cuore.

Fuori il caldo continua a mordere, digrigna le fauci, pronto a sbranare gli incauti, quelli che si avventurano all'aperto. Anche le notti non portano consolazione...la luna è una candela, cera che cola in gocce di perla, a formare stelle sulla piastra surriscaldata del cielo.
Ma dentro il centro di riabilitazione Don Gnocchi si vive come in un mondo parallelo, e quello che succede fuori  viene percepito come un qualcosa che accade in un altro pianeta, troppo lontano e troppo sconosciuto da prestargli attenzione...La mattina le infermiere fanno il giro delle stanze per "raccattare" i pazienti che, in un modo o nell'altro, si "dimenticano" di presentarsi in palestra; non c'è modo di sfuggirLe, sembrano dei cani da caccia lanciati a stanare delle prede...ogni nascondiglio è ben conosciuto e regolarmente controllato.
Esercizi fisici, i soliti vecchi, gli stessi che mi circondano anche in mensa -non so, forse sono stato assegnato a una sorta di gruppo che ignoro- sono seduti intorno a me, in palestra, a far finta di fare ginnastica.
Che spreco...li guardo e non posso evitare di pensare all'enorme sperpero, in tempo, denaro, letti occupati, ecc..., che tutto questo comporta. Ciarlano tra loro, non seguono le istruzioni, ignorano le più banali direttive...di un intero esercizio, coi suoi semplici movimenti, decisamente alla loro portata, la relativa respirazione, la serietà e l'impegno -anche qui minimo- riescono a scomporlo in quartini, alla stregua di quei tizi che ordinano del vino ma, non troppo che mi da subito alla testa...cioè, qualcosa devono per forza non farla, o farla male, annullando, di fatto, l'esercizio stesso. Li guardo affascinato...il modo con cui fanno finta di alzare le gambe, quando il medico non li guarda direttamente, quei loro prosciutti gelatinosi pieni di nervature bluastre e macchie nere, come la muffa che si forma su un formaggio molliccio...sembrano tutti dei gorgonzola andati a male. Borbottano incessantemente tra di loro..."scusi può ripetere che 'un'ho capiho?"
Certo che non hai capito, perchè parli di idiozie e non ascolti le istruzioni...e fai perdere tempo a tutti, soprattutto a quelli che, come me, prendono la loro salute e la loro riabilitazione sul serio...
"ma io 'un ce la fo miha a fà tutte codeste hose...ah no, basta nini, io mi fermo hi, ma icchè la si crede codesta? io ciò 87 anni sà, signorina..." e questo dopo aver fatto si e no un paio di movimenti stentati che, ripeto, sono abbondantemente alla loro portata.
E a questo punto che ti rendi conto dell'inutilità della cosa, dei milioni di risorse destinati a persone che, anche se in avanti con l'età, neanche ci provano a metterci un minimo di impegno...però vogliono vivere, lo pretendono, e spremeranno tutto quello che possono, dove possono e quando possono, per allungare anche di pochi mesi la loro preziosissima vita.
E' come se dicessero: "eccomi qui...ho lavorato -cioè sono stato schiavo- una vita intera, e voi adesso pigliate e mi fate vivere...ecco, io mi metto qui e voglio proprio vedere come vi date da fare..."
Li ho osservati con attenzione questi soggetti...sembrano pezzi di pongo modellati e appiccicati insieme, dei manichini di creta...pezzi ormai screpolati, informi, bucati, tenuti uniti alla bell'e meglio ma che, ormai troppo secchi, inevitabilmente si staccano per cadere a terra, dove si sfalderanno fino a diventare polvere fina.
"Quest'acqua non sa di nulla" dice una vecchia alla solita vecchia che gli sta sempre accanto...questa risponde con un grugnito di assenso, come a voler dire:
"Certo che non sa di nulla, cosa ti aspettavi?"
Queste due, la classica alta e magra e la bassa e cicciotta, hanno formato una coppia inamovibile...dove va una va l'altra, e la loro occupazione principale, il loro supremo piacere, consiste nel criticare tutto quello che riguarda la struttura, e se non trovano niente che non vada non si preoccupano mica...una semplice bottiglietta d'acqua fresca può rispondere tranquillamente alle loro esigenze di critica a tutti i costi.
Un'altra cosa che ho notato è la differenza di comportamento tra uomini e donne. Gli uomini tendono a essere più discreti e a seguire le regole. In palestra i cellulari devono stare spenti, e la ginnastica si fa con tuta e scarpe sportive possibilmente anti scivolo...gli uomini si presentano con l'abbigliamento adeguato e anche se non spengono il cellulare, hanno almeno il buon senso di regolare la suoneria su "vibrazione", e quando chiaccherano tra loro, lo fanno a voce bassa, per non disturbare troppo.
Le donne no, i loro cellulari squillano in continuazione, e le suonerie, sempre a tutto volume, sono di quanto più pacchiano potreste immaginare...e parlano sempre, squittiscono come topi in trappola...è come se fossero al mercato rionale, e l'abbigliamento poi...vestaglie a fiorellini, occhiali da sole dalla montatura rossa a forma di farfalla, e poi le ciabatte! Non posso fare a meno di notarle...non sono proprio ciabatte, non so come si chiamano...sono un curioso incrocio tra ciabatte e sandali, degli ibridi che solo le vecchie hanno il coraggio di calzare...se qualcuno di voi frequenta i mercati sopra citati, saprà di cosa sto parlando...e il tutto è dipinto coi colori più sgargianti possibili. Davvero deprimente.
E poi ancora le scuse ridicole che riescono a imbastire quando il fisioterapista, giustamente, chiede se "per caso" non abbiano qualcosa di un pochino più adatto alla circostanza...c'è chi ha i piedi gonfi, calli, cerotti, fasciature, piorrea...chi si è slogata (per intero?) giusto pochi minuti prima di entrare in palestra -che disdetta, non mancano di aggiungere- chi ha saltato la colazione (cosa c'èntra è un mistero a cui non so dare risposta) ma il vecchietto che non scorderò mai, che ho appositamente lasciato per ultimo, è Renzo, quello che per una settimana è stato il mio compagno di stanza. Renzo è arrivato al Don Gnocchi un paio di giorni prima di me, e da subito si è prodigato a rendere il mio soggiorno il più sfibrante possibile...Renzo, alla prossima puntata.


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