lunedì 24 aprile 2017

PAOLA, L'OPERAZIONE E I VECCHI VOL8

Renzo venne ricoverato al Don Gnocchi un paio di giorni prima del mio arrivo alla struttura, proveniente dallo stesso reparto cardiologico di Careggi dove anche io avevo passato gli ultimi giorni di monitoraggio prima di essere destinato alla riabilitazione. Mentre sistemavo le mie cose negli appositi spazi e prendevo possesso del letto, spazi che per almeno un mese avrei trasformato nel mio regno inviolabile, non potevo fare a meno di lanciare profonde e significative occhiate in direzione dell'altro letto dove, sepolto sotto numerosi strati di coperte, il mio vicino di sventura vegetava  immobile e silenzioso; un braccio ossuto e incartapecorito, lattiginoso, spuntava dal budello di lenzuola umide di sudore...nervature azzurre lo percorrevano elegantemente, come accese sotto la pelle bianca... tanti rigagnoli che si riversavano in un delta formato dalle dita della mano scheletrica, dolorosamente serrata alla sponda del letto.
Pensai di essere stato fortunato con la stanza, nonostante mi avessero assegnato la n° 17; Renzo non dava segni di vita..."deve essere uno di quei vecchi che dormono sempre" andavo rimuginando, "senza mai muoversi...senza mai lamentarsi. Nessuno suonerà mai quel maledetto campanello...nessuna stupida richiesta alle ore più impensabili...nessun capriccio infantile", mentre con tutta comodità affondavo la mia lingua nella gola della paolina, e le mani scendevano a sondare quel che presto avrei fatto mio..."sarà uno spasso" gongolavo, "completa libertà d'azione, luce accesa quanto mi pare e piace... non preoccuparsi dei rumori (come rutti e scoregge) e poi il bagno...oh si il bagno, TUTTO PER ME!"
La prima volta che vidi sua figlia mi chiese se "per caso" suo padre si agitava o dava fastidio in qualche modo...risposi che fino a quel momento -era il mio secondo giorno al Don Gnocchi, quindi con una sola notte all'attivo da commentare- non solo non mi aveva dato fastidio anzi, la notte era trascorsa così silenziosa che quasi mi ero scordato della sua presenza...
A questo punto devo ammettere che la sua espressione di sollievo e incredulità mi lasciò un po' perplesso, anche se al momento non ci feci molto caso. Arrivò la sera ad annunciare il sopraggiungere di quella che sarebbe stata la mia seconda notte al don Gnocchi...e poi successe...quella notte, l'innocuo, silenzioso e simpatico vecchietto decise che era arrivato il momento di mettere le carte in tavola.
Tutto cominciò con un lieve sussurro, così esile che all'inizio pensai fosse solo un sospiro...poi mi accorsi che, quello che credevo essere una sorta di piacevole rantolo notturno, in realtà era un nome, "Franco".
Riuscii a capirlo perché, oltre a ripetersi -il sussurro- andava via via aumentando di volume ed intensità..."Franco" ripeteva..."Fraancoo"..."FRAAANCOO"; e non la smise più.
Non ci misi molto a capire che, l'ungi dall'essere quel tranquillo ed amorevole vecchietto che avevo immaginato, Renzo, mi duole dirlo, risultò essere affetto da una clamorosa forma di demenza senile, che lo obbligava ad urlare cose prive di senso senza mai smettere, e credeva di vedere volti noti in ogni persona che gli capitava a tiro.Ogni volta frotte di infermiere e medici accorrevano in soccorso di Renzo...cercavano di calmarlo, di rassicurarlo...gli tenevano la mano, gliela carezzavano, mentre dolci sussurri femminili tentavano di riportarlo alla normalità; ma Renzo non si calmava mai tanto facilmente...vomitava minacce e bestemmie in continuazione, in quantità industriali, con una regolarità tale che davvero non si capiva da dove spremesse tutta quella vitalità. Era anche perennemente imbrattato di merda -il pannolone non era sufficiente ad arginare tutto quello che il suo sfintere riusciva a spruzzare, e sulle cosce muffe e rinsecchite scivolavano di continuo rivoli di feci liquide. Gridava veramente di tutto, ma alcuni nomi (probabilmente gente conosciuta) come Franco, Juliana, Roberta e Cesare andavano per la maggiore; da quella volta praticamente non smise più.
Davvero non capisco dove e come certi vecchi trovino tanta forza, come alcuni -accompagnati e sostenuti alla morte stessa nei loro brevi spostamenti- che in mensa riuscivano a divorare enormi quantità di cibo, alla stregua di manovali all'ora di pranzo; non riuscivo a capire, e ancora adesso rimango sorpreso, colpito...incredulo; cosa spinge certe persone (comunque la maggioranza) ad aggrapparsi alla vita in questo modo? Nessuno vorrebbe mai morire. Ma visto che per fortuna non è così, credo non ci sia nient'altro da aggiungere.
Come stavo dicendo, Renzo da quella notte praticamente non la smise più di vociare e lamentarsi, ma quel che è peggio è che non aveva alcuna fantasia, e come un disco rotto continuava a ripetere sempre le stesse cose. Iniziava con il voler scendere dal letto, cosa per lui impossibile per via delle sponde, entrambe sempre alzate -proprio per troncare sul nascere simili tentativi- e del fatto che Renzo semplicemente non aveva la forza di reggersi in piedi, poi, una volta realizzato che non cel'avrebbe mai fatta, si fermava, si guardava un pò intorno con aria sorpresa, (seguivo attentamente ogni sua mossa dal mio letto) quindi chiamava i suoi amici... dapprima con un sussurro poi, come seguendo le modalità di una marcia trionfale, continuava in un crescendo di caotico tripudio.
Quando le infermiere, poi, andavano via, le richiamava implorante..."Donnee...DOONNEEE", e lo ripeteva così tante volte da poterci riempire un libro di mille pagine solo con la parola donne e, anche se le reputo delle creature fantastiche, lo stesso mi pare una lettura un po' troppo pesante, non pare anche a voi?
..."Donnee, aiutatemi...perché nessuno vuole aiutarmi? FRANCOO, CESARE, dove siete tutti?...Dio vi punirà per la vostra cattiveria...maledetti!
Una volta provai io a calmarlo...l'avessi mai fatto; Renzo aprì gli occhi all'improvviso e comiciò a fissarmi -credo mi vedesse per la prima volta.
Con me, forse perchè uomo, assunse un tono un pochino più conciliante, cospiratorio..."tra uomini ci s'intende...ecco vedi, se te tu mi tiri giù la sponda diill'etto (del letto) io poi fo da mè...vedi, sono già co'un piede di fòri" provava a convincermi, mentre si adoperava penosamente ad alzare una gamba sopra la sponda del letto..." e se lo fai, Dio ti sarà riconoscente...e anche io lo sarò...se solo tu..."
Qui drizzai le orecchie...sarà riconoscente, sarei stato ricompensato, era appena nato un sodalizio che avrebbe portato a reciprochi benefici?
Nel dubbio continuavo a tergiversare, a guadagnare tempo, ben sapendo che sarei potuto finire in un attimo, come tutti gli altri, nella sua lunga, arbitraria lista nera; quindi, capito che non avrei fatto proprio nulla per esaudire la sua scellerata richiesta, mutò brutalmente il suo atteggiamento nei miei confronti a favore di toni e minacce tutt'altro che amichevoli. Cominciò anche, da quel momento in poi, a fissarmi di sbieco, con indignazione..."perchè nessuno vuole aiutarmi? Francoo...aiutatemi accidenti, maledetto quel serpente di Gesù e chi lo prega...DONNEEE, dove siete?...Dio vi punirà...Julianaaa...perchè nessuno vuole aiutarmi?...Dio vi punirà perchè siete malvagi..." e così via, a gran voce, squillante, inesauribile, sfibrante, di giorno e di notte...soprattutto di notte. All'inizio provai sinceramente a sopportare la situazione, a capirla; cercai di mettermi nei suoi panni..."invecchiamo tutti" mi ripetevo. Ben presto però la mia proverbiale intolleranza prese il sopravvento. La fatidica goccia traboccò quando chiusero anche il bagno della camera...arrivò un'infermiera che, senza proferire parola, attaccò un avviso sulla porta del bagno, un avviso del tipo:
VIETATO ENTRARE, PERICOLO CONTAMINAZIONE.
Renzo, oltre che a fracassare i coglioni, risultò essere anche radioattivo...cioè, avete presente i pannoloni imbrattati di merda sopra citati? Quelli usati, con tutto quel che contenevano, venivano messi da parte proprio nel bagno, in speciali contenitori, di quelli con quel simbolo che ti fa venire subito in mente una bomba atomica, col risultato che fui costretto, il solo cretino fra tutti i ricoverati, ad usare il bagno che si trovava in corridoio...ovviamente molto in fondo al corridoio, ben distante. Ero come annichilito...ero in debito di sonno, ero stato crostetto a nutrirmi di sangue perchè, sorpresa, avevano scoperto che ho l'animia mediterranea, la notte vagavo come uno zombie nel lungo corridoio solo per andare a pisciare, piegato in due per via delle costole ancora doloranti, avevo male d'appertutto, mi era tornata un pò di febbre e gli antibiotici mi rincoglionivano (scoprii che mi davano delle pasticche che, prezzo sulla scatola, costavano oltre 900 euro; una confezione da 6 pasticche). Questo è uno dei motivi per cui ebbi discussioni e attriti con il personale ospedaliero...volevo cambiare stanza, subito, non volevo sentire ragioni.
Ed è quando capitai in quella stanza dove il mio vicino di letto letteralmente mi sotterrò di scoregge, che sembrava non preoccuparsi minimamente degli effetti collaterali -un fetore nauseabondo- di quello che potevo pensarne io o chiunque altro presente...erano peti forti, voluti, vibranti...a volte solitari a volte in serie; diceva di non amare la tv ma era sempre a guardarla (spendendo diversi soldini in schede) di conseguenza le occasioni che avevo di rimanere solo con la mia paolina si ridussero drasticamente.
Nella camera accanto alla camera nuova era ricoverata una donna dalla doppia personalità...che vestisse i panni di  una o quelli dell'altra personalità, non c'èra differenza alcuna, dato che entrambe si sentivano molto bene e in continuazione, sia di giorno che di notte...soprattutto di notte. La mattina era una persona che piagnucolava, a cui si doveva portare al più presto la terapia; si lamentava di strani ed oscuri dolori...atroci, indicibili, e implorava chiunque gli capitasse a tiro di andare urgentemente a chiamare un'infermiera, e chiamava, chiamava, presto accorrete, io soffro, io muoio, io non ne posso più, io...io...IO!
Era sempre a lamentarsi per qualcosa, e questa signora, che scoprii essere una specie di balena spiaggiata su un biroccino semovente, riusciva a riprodurre una vocina stridula, lamentosa, infantile, da mocciosa implorante; ma se, con questa tecnica, non riusciva a impietosire nessuno, se non riceveva immediata soddisfazione, ecco arrivare la trasformazione, l'altra personalità saltava fuori. Partiva sempre dalla voce, la cambiava, ne modificava il tono, sembrava davvero un'altra persona intervenuta in sua difesa...dura, fredda, ostile..."ma che volete da me? ma vergognatevi, a lasciare soffrire così le persone...è tre ore che vi sto chiamando!...quest'ospedale è uno schifo, è da denuncia. VERGOGNA.
Era spaventata dalla morte; ogni più piccolo dolore, ogni minima sensazione di fastidio per lei erano un significativo campanello d'allarme; anche un braccio addormentato, nella sua ottica funeraria, veniva scambiato per qualcosa che non era, e davvero non c'èra verso di convincerla della banalità della cosa.
Non voleva andare mai in palestra, era sempre ammucchiata su letti e poltrone, sempre agonizzante, sempre in fin di vita...era una spacca palle da competizione, tranquillamente in grado di competere con Renzo nella mia speciale classifica di spremitori di zebedei.
Una mattina, il sacerdote dell'ospedale passò di camera in camera ad informare, per chi ne fosse interessato, che la messa sarebbe comiciata a breve...oggi, Domenica 15 Luglio 2015.
Appurato che a me, della messa, importava meno che niente, mi avviai verso il salone comune, dove era posizionato il televisore. Quando arrivai, nonostante fosse ancora relativamente presto, notai con fastidio che alcune vecchiette la stavano già guardando...mi avvicinai. Avevano creato una serie di file ben ordinate, stile cinema...un manipolo di vecchiette pallide e vaporose, chi sulle sedie e chi in carrozzella...sembravano tutte molto concentrate:
"Una telenovela" pensai...rimasi, ricordo, a bocca aperta; ero contrariato, a dir poco furioso...cominciai a schiumare rabbia impotente...LA MESSA, stavano guardando la messa, cose dell'altro mondo, da non crederci. Pochi metri più avanti il sacerdote, povero cristo, stava celebrando la messa probabilmente di fronte a una manciata di sedie vuote (le altre prese per metterle davanti alla tv), e tutti questi attori della tragedia umana non so neanche se ancora vivono, se hanno, infine, cacciato la morte dalle loro vite.





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