martedì 30 agosto 2016

L'OPERAZIONE, PAOLA E I VECCHI VOL. 6

Strano episodio, nonostante tutti gli antibiotici che assumo regolarmente, per via venosa ed orale, il ritorno di una punta di febbre... Perchè? Che mi rappresenta?
Non è che i batteri, alla vista della nuova valvola si siano detti tra loro:
"Hey ragazzi, guardate questo...ci ha montato pure una piscina nuova, siiii, dai, yuhù, tuffiamoci, tuffiamoci, cachiamoci dentro, vomitiamoci, insozziamola tutta di nuovo, vi va? Ciaf ciaf, nuotiamo in questa nuova valvola, smerdiamola, dai, ciaf ciaf...pisciamoci pure, tanto questo idiota ci farà riavere sempre una nuova valvola su cui possiamo sfogare la noia di questo corpo imbalsamato, che non balla più, che non nuota, non corre, non scopa, insomma questo tanto non fa più un cazzo di nulla, per cui diamoci dentro!!

Mio padre mi ha appena detto che non mi devo "scomporre" dal mio obbiettivo, (quello di guarire, suppongo)...no padre, tranquillo, non mi "scomporrò", almeno per ora...stanne certo, anche perchè tra i tanti talenti di questo tuo figlio disgraziato, quello di scomporsi non c'è...eppoi per cosa?
Per potermi dividere in tanti piccoli e inutili duplicati?
Moltiplicare i problemi, averne da risolvere uno dietro l'altro? No, uno di me basta e avanza, grazie.
Però puoi fare una cosa per me...portami un libro, adattissimo al prossimo capitolo...DRACULA.

E' ora di pranzo, dovrei essere in mensa in compagnia di pezzi umani -busti, facce, piaghe aperte, pus che cola- a consumare un pranzo frugale...e invece no, eccomi in camera, le tapparelle abbassate, solo nell'amata penombra a gingillarmi con me stesso, in attesa del mio pranzo...due o tre sacche di sangue, di quello buono, che dovrebbero rimettermi in sesto; hanno appena scoperto, infatti, che soffro anche di animia mediterranea...fantastico, una bella notizia dietro l'altra.
Digiuno in attesa del sangue di qualche sconosciuto, che placherà la mia fame, e mi ridarà le forze...trovo tutto questo estremamente affascinante, mi sento come un vampiro...perchè ci sentiamo tutti così attratti dal lato oscuro della vita, dal proibito, da quelle cose che bisogna fare di nascosto, che nessuno deve vedere?
Sesso, masturbazione, omicidio, droga e vizi vari...chi ha il coraggio di negare?
E io, oggi, mi sazierò del sangue di un estraneo!

L'unica fortuna ad essere qui dentro in questi giorni d'estate -da un rapido calcolo, risulta che ho cambiato 3 ospedali in 19 giorni, S. Maria nuova, Careggi, Don Gnocchi- cioè dal 20 Giugno a, fin'ora, il 7 Luglio, è quella di aver evitato l'annuale e insopportabile "bolla africana", una sacca di afa malata e indesiderata, patetica nel suo dilungarsi (possibile che dall'Africa arrivano solo guai?) che fa boccheggiare le persone manco fossero pesci fuor d'acqua, e miete vittime tra gli anziani e i più deboli, spesso facendole impazzire;
i racconti di chi arriva da fuori, in questa piccola oasi refrigerata, narrano dell'inferno che si è impossessato delle strade, incendiandole, rogo di catrame bituminoso...

Il caldo fuori è privo di ogni logica, così spesso da sentirne il peso...come avanzare in acqua, tanto è denso. Dentro il centro Don Gnocchi non viene percepito, ma quando ti accingi ad uscire, accompagnato da chi è venuto a trovarti, giusto per assaporare di nuovo il mondo, non appena le porte automatiche si aprono, queste ondate di afa ti colpiscono subito con la furia di un tornado di fuoco...si rimane talmente scioccati da voler rientrare subito, come se un terrorista, pazientemente in attesa, all'aprirsi della porta, ti vomita addosso tutto il caricatore del suo kalashnikov, e la tua unica salvezza sta nel voltarti e precipitarti di nuovo dentro.
All'interno, nonostante i frequenti litigi con alcuni operatori sanitari, molti sono arrivati a provare una forte simpatia per me, fino a sconfinare, in un paio di casi, in vero e proprio affetto -sono sempre il più giovane tra i ricoverati al reparto "cuore".
Oggi, venerdi 17 Luglio, avrebbero dovuto dimettermi ma, con mia somma delusione, un intervento superiore, quello della dottoressa Bozzi, a cui è bastato un paio di minuti al telefono con il medico di turno, ha fatto in modo di prolungare la mia permanenza ancora per qualche giorno...parecchi giorni ancora.
La mia Paolina, ovviamente, è venuta anche oggi...il mio compagno di stanza era appena stato dimesso -tra l'altro senza salutare- scorreggiando senza ritegno, come ha fatto sempre, sia quando eravamo soli sia quando la stanza era piena di parenti...miei o suoi, a lui non faceva alcuna differenza; sganciava le sue bombe d'aria e basta, e tutto il resto poteva anche andare a farsi fottere...Dicevo, eravamo soli e, nel limite del possibile, ci siamo abbandonati alle più fantasiose effusioni...rimasi presto senza fiato, l'affanno mi faceva girare la testa, ma ero felice come non mi capitava da tempo...abbiamo avuto un bel da fare, dopo, a ripulire ...sembrava che un barattolo di panna fosse esploso clamorosamente, imbrattando tutto per un raggio di vari metri...giuro, non ci si poteva credere, restammo entrambi allibiti...appena in tempo però, infatti un attimo dopo che finimmo di rimettere tutto apposto, un'infermiera spalancò la porta di botto, facendola sbattere contro la parete, e sobbalzare noi, precedendo una barella su cui era steso il mio nuovo compagno di stanza.
Il mio cuore galoppava impazzito, avevo il fiato corto e sofferente, ma l'ho abbracciata ridendo, ancora pazzo d'amore e di desiderio che, lungi dall'essersi placato, era tornato a bussare prepotentemente tra le mie gambe.

Appena gli occhi si chiudono
vinti dal sonno
subito nella mente
compari tu
ed è come se lo sapesse
perchè fa di tutto
per farmeli chiudere.
E continui ad apparire
i miei sogni
tra gli altri celati
voglion solo te
e non sanno dove
quando non ci sei
volgere l'attenzione...
ed è il tuo ansimare
liquido
negli occhi socchiusi
a mostrare l'amore
che lotta tra noi.



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