lunedì 9 settembre 2013

I CINESI E LA CARTA IGIENICA

Concordo nell'affermare che il sole è benevolo,
come concordo nel credere che, se a un certo punto della tua vita sei costretto a vivere in un posto dove la carta igienica risulta essere perennemente assente, e quindi preziosa, sei sicuro di aver toccato davvero il fondo.
Visualizzate bene un bel rotolo di carta igienica:
è morbida, profumata, e con tanti fiorellini multicolore a fare da addobbo.
Visualizzatela mentre siete nell'atto di afferrarne l'estremità pendente;
la tirate con delicatezza, cercando di non farla strappare, tanto è delicata. Ne valutate la consistenza, la piegate con cura e poi, con estrema goduria, ne saggiate le qualità innate.
Che spettacolo.
Amerò per sempre chi ha avuto l'illuminata idea di inventare la carta igienica.
Il corpo umano è come una macchina perfetta, dicono in molti.
Sono d'accordo.
Alla nascita, quando i nostri vagiti assumono le sembianze di una fabbrica rumorosa, veniamo immatricolati;
Paghiamo il primo bollo e la prima assicurazione come una sorta di battesimo/ comunione e, quando siamo pronti a camminare con le nostre gambe, inizia anche il primo viaggio.
Accenderemo il motore di buon'ora, il tempo di prepararsi e andare a lavoro;
lavoreremo e consumeremo come una macchina ben oliata, ingerendo ed espellendo sostanze nutritive adatte al nostro scopo.
Sporcheremo e inquineremo come un'auto; cercheremo, anche, di conservarci in buona forma, così come cercheremo di curare un'auto nel miglior modo possibile per farla durare di più.
Ma alla fine, come un'auto, verremo rottamati perchè troppo vecchi e inservibili.
Per cui godete il più possibile della vita; spingete l'accelleratore con foga, afferrate bene lo sterzo, e allungate decisi nei rettilinei:
correte come dei folli, dateci sotto con le marcie, che nessuno è deciso a rimanere dietro. Già.
Ma stavamo parlando della carta igienica:
la carta igienica è un lusso.
Si perchè, cosi come compreremo un prodotto di qualità per pulire la nostra auto, cosi compreremo il tipo di carta igienica che meglio si adatta ai nostri scopi.
Non siamo neanche più scimmie, ma fredde macchine lanciate oltre il limite di una lunga curva cieca, senza controllo, a folle velocità.
Ma chi ha inventato la carta igienica?
Anche se inventata ufficialmente nel 1857 dall'americano Joseph Cayetty, le prime tracce di utilizzo di quella che chiameremo moderna carta igienica, risalgono al XIV secolo in Cina, ad esclusivo uso e consumo della sola famiglia imperiale.
Personalmente provo una sorta di paterno affetto per i cinesi.
Dalle mie parti vive una delle più grosse comunità di immigrati cinesi presenti sul territorio nazionale.
I cinesi sono davvero incredibili. Saranno trent'anni che vivo sommerso da una continua e incessante marea cinese; li ho avuti anche come compagni di classe, ma posso affermare con sicurezza che non saprei da dove cominciare a spiegare quella che è la vita di un cinese. La prima cosa che salta subito all'occhio è che sono davvero tanti, e le donne cinesi paiono perennemente incinte, anzi, non paiono:
sono sempre incinte.
Li vedo efficienti e produttivi come i membri  di un formicaio; si riuniscono in enormi stanzoni da lavoro, a volte in centinaia, e lì vivono e lavorano e mangiano e crescono i figli, in un tripudio di macchine da cucire e modelli di borse taroccate. E' il loro unico mondo.
Spesso, tra questi enormi magazzini, tirano su dei bar e delle botteghe di prodotti cinesi, posti dove se vuoi puoi anche entrare e comprare qualcosa, ma dove in realtà ti senti solo in imbarazzo; ti accorgerai, infatti, di essere circondato solo da cinesi  Li vedrai ammassati tutti attorno a un unico tavolo, sempre impegnati a giocare a carte, tesi e irrequieti per le grosse cifre che si intuiscono in ballo. Sono dei magnifici e instancabili giocatori d'azzardo; sempre a immettere monetine nelle roulette dei bar, a organizzare bische clandestine o giochi ancor più strani e affascinanti, e ti guardano indifferenti e silenziosi, sempre guardinghi verso gli estranei, visibilmente non gradito.
Vogliono solo essere cinesi; ne percepisci la presenza come noteresti un piccione che grufola in un giardino pubblico.
Ci sono, li vedi ma non li vedi, e a loro, pare, piace tanto non essere notati.
Ma a volte, anche se in casi del tutto imprevisti, siamo obbligati a interagire con loro, come anche loro sono costretti a fare:
prendete per esempio la posta, il supermercato, la banca, o qualsiasi altro posto simile.
Spesso te li ritrovi davanti, in fila, ad aspettare il loro turno, già sapendo che la loro presenza implicherà il dilungarsi in modo eccessivo di tutta la faccenda, perchè è noto che i cinesi, anche quelli di più vecchia data, ignorano totalmente la lingua italiana, e che spesso, solo per comprendere di cosa ha bisogno il cinese in questione, bisogna avere una larga gamma  di immagini fantastiche a dispozione.
Non si sono mai integrati e non lo faranno mai.
Vogliono essere cinesi e basta; vogliono essere il perenne tizio sconiosciuto che fa da sfondo alla vita.
Io trovo tutto questo estremamente affascinante ed esotico. Molte persone, invece, tendono a considerarli solo una scocciatura; vengono percepiti come il pollo da spennare, l'essere inferiore, colui che niente capisce e niente immagina, alla stregua di piccole scimmie che infestano le strade della città.
Per queste persone i cinesi rappresentano solo il risultato del guadagno che possono intascare:
"vuoi questo stanzone?"
"5000 euro al mese in contanti..." (ovviamente tutto in nero)
Questo è il tono con cui qui si tratta con un cinese; il fatto è che loro sono così, sanno che dovranno pagare tanto e in contanti per vivere e lavorare in un nuovo luogo/ formicaio, che occuperanno con quante più persone possibili (compresi immigrati clandestini) e così faranno, senza battere ciglio.
Credo che siano tra le prime popolazioni che l'Asia ha visto proliferare.
La loro storia è molto antica e ancora avvolta da uno struggente alone di mistero. Siamo diversi.
Ci siamo divisi, migliaia di anni fa, in differenti rami di evoluzione.
E questo è il risultato.

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