Non avrò altra palestra
che le pagine nude
di gialla carta riciclata
del mio consunto diario.
Può un poeta in carrozzina
salire i colli più alti
e gettarsi dal cielo
nel giallo del frumento?
E nel rosso dei papaveri
impreziositi
da perle di rugiada?
Vedevo qualcosa muoversi,
ne vedevo l'ombra lungo muri scalcinati
e immobili,
saldati nei campi pignorati
dei nostri avi,
quietati solo al calare
del polverone,
che grano non ha più fatto.
Ma la vita procede ancora
lungo la strada e i fossi
di scarico,
e quando tutto questo finirà
io sarò lì a sorridere
come i miei padri,
immolati a morte zingara
arrivata nel suo carrozzone
arabescato,
e tutto via si porterà
come una peste medioevale
nascosta tra le nebbie mattiniere
dove mi nasconderò
per migrare lontano,
sapendo la mia terra
in mani più sicure.
Sì, tramonterò
felice
dall'altra parte del mondo,
lasciando di qua
l'eterna oscurità
e chi non ha mai
creduto in me.
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