Fuliggine amaranto ricopre porte chiuse
infiocchettate da nastri rossi
dove dormono sospiri d'inchiostro;
perle rubate alla storia
come ostriche sgusciate prima del tempo.
Siamo prede abbattute
siamo preda di mani forti e rugose
come la corteccia degli alberi in inverno
quando appare cinerea,
e il cielo ne carezza il profilo gibboso
sperando in un po di fortuna.
Gli specchi rapiscono le nostre immagini,
mentre stiamo sdraiati
e inermi
nel nido di mamma oca,
stretti tra paglia secca e rametti spinosi;
ingolliamo vermicelli
covati in un ventre radioattivo
mentre le stelle sono unite tra loro
da fili d'argento
e creano una specie di ragantela amorfa
dove non possiamo filtrare
e capire chi siamo
ne da dove veniamo.
Gocce di veleno scrosciano in un torace afflitto,
e risuonano di sentenze
come sassi scagliati in un pozzo profondo.
I corsari ritrovano i loro mari
dove le sirene pasciono come greggi abbandonate.
Fauni banchettano tra fiori di brace,
nati da un coma intriso di miele,
rossi come un coìto rubato.
Tu sei stella.
Tu sei pirata.
Tu sei un fiore.
Ma tu sei fottuto.
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