martedì 1 maggio 2012

LA VITA NON E' QUESTA

Signori,ma vi fermate mai un attimo a riflettere sul significato della vita?
L'argomento è spinoso,e sicuramente il sottoscritto è il meno  indicato per parlarne,ma volevo comunque provarci,se mi è concesso.
Dunque,cosa è la vita?
Ma davvero credete che siamo stati creati per puntare la sveglia,alzarci di malavoglia,e correre in un qualsiasi posto di lavoro?
Davvero credete che siano le lancette di un'orologio a dover dettare i ritmi della nostra vita?
Ricordo quando lessi di alcuni poeti della beat generation...stavano tutti lì,rinchiusi in una stanza fumosa ,con le persiane delle finestre perennemente chiuse,anche di giorno,e con il divieto piu assoluto di portare orologi o anche solo di sbirciare lo scorrere del tempo.Allora poteva capitare che,in preda ai morsi della fame,divorassero famelici quintali di spaghetti,mentre magari fuori erano solo le una del mattino.
E se a quelle stesse persone veniva chiesto se si fossero mai fatti una doccia,(anche quella regolata e scandita dai ritmi quotidiani)ti rispondevano scocciati e annoiati:
"Perchè,forse puzzo?"
Ora,questo loro esperimento certo è stato un po estremo,e come non pensarlo data la natura stravagante di questi scrittori?
In qualsiasi cosa voi crediate,che sia Dio o Satana,alieni o madre terra,non potete credere che la nostra vita esiste perchè io possa scrivere stronzate su una piccola rivista,o lei debba vendere,spremuta dietro un bancone,cianfrusaglie che non hanno ragione alcuna di esistere.
Noi esistiamo,occupiamo un posto ben preciso....e pensiamo.
Tutto ciò deve pur valere qualcosa,il tempo e le divinità,il lavoro e le vacanze, sono tutte cose artificiali,cose che ci siamo creati da noi,o qualcuno ha inventato per noi,quasi come a voler nascondere il nostro io piu profondo,quella persona che,se lasciata libera di agire,va a incrementare tutto quel sottobosco di ribellione e vendetta,che la società di oggi non tollera affatto.
E allora cosa fare?
Questo non lo so,la mia mente non ha accesso a queste risposte,so solo che ci ho provato,che ho preso il coraggio a due mani e sono andato a esplorare le strade del mondo.
Come il vecchio saggio indiano disse al figlio,mentre dalla gabbia alle sue spalle prendeva un falco,liberandolo nel cielo:
"Và e sii falco...poi rivolto al figlio,aprì la porta e disse:
"Va,figlio mio,sii uomo."
E così ho fatto io.Ma la tempra di un uomo,fiaccato da secoli di abbandono,non sempre riesce a cavarsela egregiamente,la lotta è dura e il destino incerto.A volte invidio i barboni,o almeno un certo tipo di barboni.
Conosco questo tizio che,se lasciato fare,è capace di recitarti a memoria tutte le sue composizioni poetiche,strascichi di vita che si perdono nei meandri della storia.
Non è piu tanto in buona salute,ma il suo spirito è saldo e forte,e punta deciso il suo sguardo azzurro direttamente dentro la pupilla dei tuoi occhi,e ti fissa intensamente.
Ha visto le dune infuocate del gran deserto Vittoria,ha appreso antichi segreti sciamanici dagli aborigeni,ha combattuto per l'onore della legione francese,ha spazzato con lo sguardo fiero gli oceani lontani.Di lui voglio sapere,è da lui che voglio imparare a sbarazzarmi dalle continue imposizioni esterne alla mia vita.
Per fortuna pare che è in pubblicazione un suo libro,IL suo libro,dato che è il primo e probabilmente l'ultimo.
Credo che lo comprerò,credo che esplorerò le sconfinate spiagge del mondo.

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