Ricordo ancora il giorno che fumai la mia prima canna, o almeno quello che pensavo fosse la mia prima canna. Avevo circa 13 anni, e andavo ancora alle medie.
La scuola "Paolo Uccello", all'epoca, come credo tutte le scuole dell'epoca, era frequentata da personaggi per lo più nella "norma", ragazzini senza molta fantasia, educati e abituati a sottostare alle autorità. Le ragazze erano esseri sconosciuti e lontani, discrete e sempre composte, senza trucco o vestitini provocanti; comunque mai abbastanza alcoliche da far girare la testa, quindi prive di qualsiasi fascino per noi ragazzi che, rigorosamente vestiti con jeans targati levi's (chi non poteva permetterseli era uno sfigato,come me) parlavamo quasi esclusivamente di motorini truccati, e di come farli "andare" sempre di più. L'argomento principale, l'annosa controversia, riguardava la qualità di certe marmitte, come la "polini" o la "giannelli" e su quale, tra queste, era meglio "puntare".
Ma poi, seppur invischiati in uno sterile e infinito scambio di figurine dei calciatori o #exogini, se stavi attento, tra questa massa ordinata, e storpiata da un categhismo imperante, potevi veder emergere personaggi decisamente singolari, che come papaveri rossi spiccavano come da un campo di grano giallo e ben allineato, e che riuscivano a racchiudere in se tutta una serie di luoghi comuni che all'epoca andavano per la maggiore.
- La ragazzina più carina della scuola (e qui vorrei evitare qualsiasi commento personale vista la totale mancanza di rapporti da parte mia con queste figure quasi leggendarie).
- Il più secchione, quello a cui rubavi la merenda e che, se non voleva anche buscarle, doveva passarti gli appunti durante i compiti di matematica.
-Il dark- metallaro (allora non ne capivamo le differenze) tipi solitari, sempre a cambiare cassette nello walkman, a cui non interessavano i discorsi sui motorini, tanto meno quelli sulle figurine dei calciatori. Sembravano al di sopra di tutto, particolarmente disinteressati a tutto, e per questo lasciati normalmente in "santa pace".
- Il bullo, quello prepotente, il capobanda, col suo perenne codazzo di patetici ruffiani.
- Il tipo.
Il tipo era, in un certo senso, paragonabile al bullo, solo che il bullo lo era per natura, cioè senza scopo: poteva essere manesco e odioso, ma mai pericoloso, mentre "il tipo", sempre in cerca di affari e opportunità, se provocato, poteva fartela pagare davvero cara, e con cattiveria.Gerarchicamente parlando, era decisamente superiore al bullo; col "tipo" non si poteva scherzare. Ovviamente aveva pochissimi amici, tutti un po equivoci come lui, e stavano in disparte, in attesa . "Il tipo" era quella persona da cui andavi quando avevi bisogno di qualcosa che altrimenti non sapevi come ottenere:
giornalini porno, sigarette, levi's a buon prezzo, birra, hascish. Se lo mettevi in moto, dietro qualsiasi richiesta, c'èri già dentro fino al collo, e potevi solo seguirlo fino in fondo, senza sgarrare.
"Il tipo" aveva sempre le conoscenze giuste, le novità più eccitanti, i numeri di telefono giusti da far squillare al momento giusto.
Per farla breve:
era lo zoppo che poteva insegnarti solo a zoppicare, come ci ammonivano le nostre madri.
Pluriripetente, e certo non per mancanza d'ingegno, con lui c'èrano poche alternative.
Dovevi mettergli in mano il contante, senza fare troppe domande o mostrare indecisioni. Si impossessava dei tuoi soldi, avidamente; li contava come il più consumato dei cassieri di una banca, si immergeva in calcoli mentali precisi e veloci, poi, lasciandoti sempre all'oscuro di tutto, entrava in cabine telefoniche a te totalmente precluse, occupato in lunghe e febbrili chiamate, e se facevi domande si irritava subito, e diceva che tu, per lui, eri solo una scocciatura, e che ti stava facendo solo un enorme favore...."vuoi dirmi che ci hai ripensato?"
"No no....ma ci vuole ancora molto?"
Avevi poco da rimuginare. Sapevi che sarebbe finita così; sei tu che lo avevi cercato.
Lo vedevi immerso nei suoi calcoli, già proiettato in altri "affari", sempre a trafficare coi tuoi soldi, e alla fine, il costo di quello che volevi, tra imprevisti e richieste di prestiti vari, veniva a costare anche il triplo di quello che avevi preventivato.
Io sapevo solo che una canna era una spece di sigaretta da fumare, e costava sulle 5000 lire.
Per cui, dopo un inutile e lunghissimo "giro" con questo tipo, immerso in mille discorsi allusive e ubriacanti, tra una telefonata e l'altra, tra un bar e l'altro (dove era tuo dovere placare la sua sete schiumosa e incredibilmente costosa) grande fu il mio sgomento quando mi ritrovai in mano una piccola scheggia dura e marrone.
Presi questa piccola scheggia e la osservai a lungo.
Il tipo, ottenuto il suo guadagno, mi aveva già eliminato dai suoi pensieri, lasciandomi solo, immerso nella più totale confusione.
Poi però mi feci coraggio e andai da un amico, uno che sapevo aveva già fumato qualche canna.
Quando gli mostrai il mio tocco di hashisc, dandomi delle arie da super fico, quasi mi crollò il mondo addosso:
questo ragazzo esaminò la "droga", l'annusò con cura poi, squadrandomi come fossi stato un'amorfa testa di cazzo, sentenziò con ilarità:
"ma questo non è fumo!"
"come scusa?"
"bàh, questo sembra.....si, sembra quasi un pezzettino di corteccia d'albero!"
"ma sei sicuro?"
"cel'hai le cartine?"
"le cartine?"
"Si, le cartine....." mi guardò stupefatto:
"perchè tu di solito come fumi?"
Poi sembrò avere un'improvvisa illuminazione:
"tu non hai mai fumato, vero?"
"beh, ecco....io...."
"E da chi l'avresti preso questo fumo?"
Finalmente mi decisi a dirgli tutta la verità, alla quale il mio amico rispose contraendo grottescamente la faccia in una espressione di disgusto e delusione:
"IL tipo?"
"Si, il tipo"
"Il tipo sta tirando bidoni a tutti, è alla frutta, e solo i più disperati-o i più coglioni- si rivolgono ancora a lui."
"Si, mi sa che hai ragione, sembra proprio un pezzetto di corteccia, ora che me lo hai fatto notare."
Provammo comunque a fumarlo; dopo l'enorme dispendio di fondi da parte mia, volevo almeno tentare.....
Corteccia d'albero.
"Perchè sentisti il bisogno di comprare della droga?"
"Non ti spaventava tutto ciò?"
(segue).....
"Il dark- metallaro (allora non ne capivamo le differenze)..." Da liceale, ero pazzamente innamorata di un metallaro, che è diventato mio amico. Amicizia difficile, dato il carattere introverso di lui e la sua necessità di sfuggire alle mie avances, ma che ha dato comunque i suoi frutti... sorrisi bellissimi di lui nei momenti di grazia, chiacchierate psichedeliche (eravamo pazzi di due pazzie diverse...) e una forma di lealtà da parte sua... non volle approfittarsi della mia devozione a lui. Fu lui la musa che diede inizio alla mia poesia (pubblicabile). Ora che ho 24 anni, ho scoperto il nocciolo dark della mia anima (a proposito: guai a confondere le varie subculture... il mio amico si incavolava come una biscia, se lo chiamavano "punk"). Ma lui non può saperlo, perché abbiamo perso i contatti da anni. :'( Scusa, ho voluto aggiungere i miei discorsi da lettino ai tuoi... ;-) Un abbraccio!!
RispondiEliminac'erano un paio di metallari, ma il dark andava per la maggiore (erano gli anni ' 80) Ovviamente oggi conosco la differenza, ma allora eravamo davvero dei patetici imbranati, rispetto ai ragazzi di oggi, si intende.
RispondiEliminaIo fui imbranata, sono imbranata, morirò da imbranata. xD
Eliminano, un attimo....io si. fui, sono e sarò, ma tu, a 24 anni e con i risultati che hai raggiunto, sembri tutto fuorchè imbranata.E non permettere a nessuno di affermare il contrario.
Eliminarock, acid rock, hard rock, hardcore, punk, punk-rock, heavy metal, death metal, black metal, grunge....e non so quanti altri....per forza uno poi finisce col confondersi.
ti abbraccio forte, ciao
Ti ringrazio tanto... Ti abbraccio anch'io! :-*
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