Le persone, animalescamente parlando, si dividono in due categorie:
Ci sono quelle a cui piacciono i gatti, e quelle che, invece, non possono fare a meno di possedere un cane.
Chiaramente i due animali dispongono di risorse e caratterestiche diverse:
sono entrambi animali domestici, e i loro atteggiamenti rispecchiano, ognuno a modo suo, i bisogni più disparati che ogni persona si aspetta dalla compagnia di un animale.
Ora: quando parlo di animali domestici, o comunque da compagnia, sicuramente non parlo di quelle persone che, come scimmie a un circo, necessitano dell'affetto di animali strani ed esotici, quali serpenti, ragni, faine, tigri, leoni, ecc.....
Quelli li lascio da parte; al massimo posso salutarli mentre, con un ultimo e curioso sguardo di terrore, li vedo sparire tra le fauci del loro "cucciolone" preferito.
No, loro no.
Io sono stato amico e compagno sia di gatti che di cani.
Anzi, principalmente di cani.
I gatti sono sempre stati, per me, un'ombra vacua e guizzante, che non riuscivo mai a raggiungere, e che rimbalzava ogni tanto tra le ristrette pareti del mio sguardo.
Ai miei gatti non ho mai dato un nome; sarà che non ho mai avuto bisogno di chiamarli o, forse, non sono non sono mai riuscito a trovare un nome adatto a un gatto.
Con i cani è facile, hai sempre sentito chiamarli nei modi più strani e fantasiosi, e i nomi, per loro, si sprecano davvero (uno dei miei cani, anni fa, lo chiamai filtro, giusto per fare un esempio); ma un gatto non saprei proprio come chiamarlo. Sinceramente non ho mai conosciuto nessuno che, proprietario di un gatto, l'abbia mai chiamato per nome. I nomi dei gatti sono un mistero per me; al massimo ho sentito chiamare certi gatti con nomignoli del tipo "leo", giusto per marcare la sottile somiglianza che lega questi innocui esserini a ben altri e più grossi ( e feroci) cugini. Ma poi servirebbe a qualcosa dargli un nome?
I gatti non risponderebbero comunque. I gatti non vengono mai quando li chiami; i gatti fanno sempre quello che vogliono.
Anche adesso, ciondolante su chissà quale avamposto privato, per casa gironzola un gatto; è una femmina, ancora cucciola, tutta nera e con un paio di magnifici occhi di giada.
In realtà è dei miei genitori, ma visto che sono tornato a vivere con loro-aimè-posso affermare, con insolita tranquillità, che adesso è un po anche mio....o no?
Di possedere un gatto mi scordo quasi subito; mi ricordo di lui una o due volte al giorno, cioè solo quando i nostri cammini si incrociano per caso, nel corridoio, tra il salotto e la cucina:
allora mi ricordo di lui.
Si, di lui e del fatto che con ogni probabilità è apparso a reclamare la sua scatoletta quotidiana di cibo preconfezionato.
Spesso mi ricordo di lui (e lui di me) anche quando, stanco e claudicante per aver camminato troppo, mi getto di slancio sul divano, schiantandomici sopra. E proprio mentre sono lì, stravaccato e felice, mi accorgo con sgomento che un'oscura ed enigmatica figura sta cercando, con immane fatica, di strisciare via da sotto il mio culo molliccio.
I gatti sono delle magnifiche bestie:
sono solitari, sfuggenti, territoriali; sono essenzialmente dei felini che tollerano con pazienza la compagnia dell'uomo, perchè sanno che gli conviene. L'uomo si prenderà cura di lui e lo nutrirà bene e spesso, e in cambio non dovrà offrire praticamente nulla, a parte, ogni tanto, discreti e soffusi miagolìi di disapprovazione, quasi contro voglia, e solo per avvertirti che la sua ciotola è vuota, mentre lui invece ha fame.
Coi miei cani, invece, le cose sono sempre andate molto diversamente.
Certo, il cane è il più antico e prezioso amico che l'uomo abbia mai avuto; il loro progredire nei secoli ha accompagnato, e spesso in modo romantico, quello che è stato lo sviluppo di ogni civiltà umana.
E' però anche vero che il cane, rispetto al gatto, è molto più esigente in fatto di attenzioni;
innanzitutto, e questo è il cardine di tutta la sua esistenza, il cane pretende una continua e serrata dimostrazione d'affetto. Quando prendi un cane devi essere assolutamente sicuro di quello che fai, indipendentemente dal grado di premure che sai possedere:
alla stragrande maggioranza delle persone piacciono i cani, ma non ne comprerebbero mai uno. Queste persone amano i cani, ma solo quelli degli altri. Te le ritroverai attorno, sempre nei momenti più inopportuni, a elargire le carezze e i buffetti più affettuosi, ripetendo in continuazione di come anche a loro piacerebbe avere un cane, ma che per ora non è il caso, che non possono e allora forse, quando potranno, ecc....
Poi cominceranno a strapazzare le orecchie appuntite del tuo cane, quei morbidi orecchioni (cosa che tu hai sempre cercato di evitare, per non fargli assumere forme bizzarre) blaterando le solite insulsaggini, così, solo per accattivarsi la simpatia del cane per qualche frazione di secondo (e rompere le scatole a te):
"come si chiama?
"di che razza è?"
"Dio, ma comè bellinnoooo"!!
Bèh si; detto così è anche carino. Ma è anche vero che queste persone ( sempre senza cani) hanno interagito col mio cane soltanto per qualche secondo della loro vita; il mio cane non si ricorderà mai di loro. Se è per questo neanche io mi ricorderò di loro, ma mi ricorderò molto bene del mio cane, il quale farà di tutto perchè ciò avvenga, e i miei non saranno solo pochi attimi di attenzione:
sarà per tutta la vita.
Quando si prende un cane bisogna pensarci bene, e a lungo. Dobbiamo pensare che per almeno i prossimi 15 anni le nostre abitudini saranno preda delle più fantasiose e drammatiche trasformazioni; avremo come una specie di figlio a cui badare, un essere morbidoso, con perenni occhi afflitti, che non accetterà mai di essere lasciato da solo, neanche per un minuto.Sarà una presenza quotidiana, insinuante, mai satura di giocare correre e mangiare, e soprattutto mai sazia della nostra compagnia.
La mia Sioux, anche se la lascio 3 minuti legata fuori dal supermercato, (per fortuna che almeno nei bar, oggi, posso entrare senza legare nessuno fuori) e io mi affretto a prendere quelle 2 o 3 cose di cui necessito, correndo su e giù tra gli scaffali indefiniti, e saltando la fila senza remore grugnendo vaghe scuse su certe persone che potrebbero anche morire se non arrivo in tempo con una baguette fresca (perchè sai che il cane è fuori che ti aspetta) puoi stare certo che ha già trascinato la panchina su cui l'avevo legata di alcuni metri verso l'ultima direzione che mi ha visto prendere, ululando e abbaiando come una forsennata.
E' una cosa di cui non ti puoi scordare. Sul tuo cane non ci inciampi per caso.
Quanti ti svegli la mattina -se non sei uno di quelli che cedono tanto facilmente alla tentazione di far dormire il cane in camera da letto- e sei ancora col cuscino spalmato in faccia, la prima cosa che ti accadrà, non appena aperta la porta di camera per andare in bagno, sarà quella di precipitare direttamente addosso al tuo cane. Ancora nel mondo dei sogni, cercherai di visualizzare la povera bestia che ha passato tutta la notte dietro la porta di camera tua, e che tu, nella tua immensa crudeltà, hai appena schiacciato. Allora sarai costretto a svegliarti subito, e, fresco come una rosa, irromperai nella realtà, un posto vago, distorto, dove tu possiedi un cane e dove, prima di poter fare qualsiasi altra cosa, devi portarlo fuori per i primi bisogni della giornata. E' la tua vita; ti hanno appena gettato in faccia un bel secchio di acqua gelata, riportandoti, in una frazione di secondo, a percepire di nuovo la realtà. Solo dopo, quando la sintonia che hai di tutta questa faccenda si sarà collegata al canale giusto, sarai assalito da tutta quella vasta gamma di emozioni che solo il tuo cane sa farti provare; esse andranno dall'incazzatura più nera alla successiva e amata leccata in pieno volto, mentre il tuo cane, ebbro di felicità e con la sicurezza di aver finalmente catturato la tua attenzione, sbatterà quella sua coda pelosa da tutte le parti, facendo crollare la casa attorno a te, e tu non potrai mai odiarlo per questo, perchè:
"hey, questo è il mio cane, lui lo puo fare!!"
Non c'è scampo. Neanche se abiti in una mega villa, con un enorme parco di proprietà, dove pensi che il cane avrà tutto lo spazio che desidera per correre e svagarsi ( e dove magari si possa scordare per un attimo della tua esistenza) potrai levartelo di torno. Non ci pensare neanche per un attimo. Il cane in questione vivrà la sua vita esclusivamente nel ristretto androne della porta di casa, al di la della quale sa che c'è il suo amico uomo, e se ne starà li, senza mai muoversi, corrucciato e penserioso, senza capire perchè non puo vivere sempre aggrappato al suo amico uomo. Se la porta in questione, poi , è quella che da sul giardino, che spesso è rivestita da un brillante vetro trasparente, allora è finita davvero. Non potrai fare a meno di notarlo.
Avrai davanti agli occhi, e per tutta la giornata, la visione di un muso grottesco, con lunghi baffi spessi, che incollerà il suo naso umidiccio sul brillante vetro trasparente della porta, ungendolo tutto, e dietro tutto questo, nascosti come due piccoli laghi in una intricata foresta di montagna, spunteranno due occhioni imploranti, liquidi e ossessivi come solo gli arcobaleni sanno essere; ogni sguardo di sofferenza sarà come una pugnalata inferta da quell'entità astratta che va sotto il nome di responsabilità. Essa ti obbligherà a startene lì come uno scemo a domandarti come mai il cane, che ha tanto spazio a disposizione per correre e distrarsi, deve stare tutto il giorno col muso incollato al vetro della porta, insozzandolo tutto;
dall'altra parte il cane, invece, continuerà a trafiggerti con lo sguardo, spesso abbaiando e alzandosi in tutta la sua statura ( aggiungendo impronte canine alla già moccicosa porta di casa) disperandosi nel vano tentativo di capire come mai il suo amico uomo non vuole stare con lui, e lo tiene chiuso "fuori", da solo, nell'immensa solitudine del giardino, e non sembra per niente intenzionato a farlo entrare, neanche per un minuto.
Questi pensieri canini sono davvero uno strazio. Il fatto è che tu lo sai; nonostante le innumerevoli cure e le decine di giratine che gli fai fare tutti i giorni, infatti, sei perfettamente conscio che, anche in quei frangenti di breve durata, il tuo cane prova realmente tutte le emozioni di abbandono e sofferenza che dimostra, e la cosa non può non lasciarti indifferente.
Con i miei cani ho sempre avuto un rapporto molto stretto.
Ho spesso viaggiato in loro compagnia, e non hanno mai smesso di sorprendermi.
Sono stati tutti dei maestri per me; loro e quella maledetta vita che corre a folle velocità. Li ho visti prima cuccioli, poi ragazzi fieri e forti, infine talmente vecchi e stanchi da doverli accompagnare perfino nella morte. Sono sempre diventati tutti, in un attimo, più vecchi e saggi di me. Tutte quelle notti, dove il vapore dei fiati congelati dalla brina riusciva a nascondere perfino la luna;
tutto quel cammino, accompagnati dal sole, che faceva ciondolare la tua lingua fuori, ostinatamente, con affanno, facendola sibilare come il sonaglio di un serpente.
Ma questo è il passato.
I miei sogni di gloria, oggi, si sono trasformati nella forma di un angusto e fatiscente garage. E senza neanche un cane a farmi compagnia.
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