mercoledì 7 novembre 2012

LE PERSONE 1° ATTO

Devo ricredermi.
Le persone, a modo loro, sanno essere anche divertenti.
Prendi oggi.
Oggi sono andato al parco, mi sono accomodato su una tetra e sboccata panchina, interamente ciroscritta dal ristretto giardino d'ombra di un vecchio albero, e con greve distacco ho cominciato ad osservare le persone che, come piccole e confuse chiazze colorate, mi passavano davanti.
Le persone.
Sostanzialmente per le persone esiste soltanto una vita, la loro.
Tutte le altre vite germogliano in universi troppo distanti, troppo insignificanti o troppo patetici da essere prese in considerazione, e vengono sistematicamente cancellate dal loro sistema solare, come se in effetti  un enorme buco nero le avesse afferrate e sparate via dalla loro esistenza.
Non hanno la benchè minima consapevolezza di quello che gli succede intorno.
Le  persone tendono sempre a restringere i propri orizzonti; il sole nasce e tramonta dietro il picchiettato profilo di un naso.
Vi faccio degli esempi.
Avete presente quando piove, e magari siete senza ombrello?
Il nostro cervello ci suggerisce che, in questo caso, sarebbe meglio camminare protetti dai cornicioni delle case, quindi rasenti il muro, se non vogliamo buscarci una broncopolmonite. Bene.
E avete presente quando poi, magari nella stessa circostanza, vi ritrovate sgomenti ad osservare enormi ombrelli neri che avanzano, proprio davanti a voi, venendovi incontro sotto lo stesso cornicione?
TU pensi che la persona, siccome è dotata di ombrello, si sposti e conceda a te, quello senza ombrello, di rimanere dove è, protetto dal cornicione...ma non funziona così.
TU non esisti, il tizio con l'ombrello neanche ti vede:
ti devi spostare, e anche alla svelta, se non vuoi ritrovarti con il manico di un ombrello su per il naso.
Una zanzara avrebbe creato più attenzione.
Almeno a lei sarebbe rimasta la soddisfazione di essere stata notata.
E che dire, poi, di quelle persone che escono all'improvviso dai negozi, e come proiettili impazziti si catapultano in strada, gracchiando come scimmie, e avanzando imperterrite come bulldozer?
Per l'appunto, in quel preciso istante, stai passando proprio tu,  e anche stavolta, se non riesci a smaterializzarti alla svelta, vieni travolto, spazzato via, sospinto sulla strada trafficata e schiacciato come un insetto. La reazione che ti affretti ad osservare sul volto di queste persone?
Zero.
Niente di niente.
Neanche si sono accorti di te.
Cerchi di balbettare qualcosa, ti aspetti un mimino di comprensione dai passanti, ti agiti, cerchi di farti notare, la tua voce deve per forza di cose arrivare alle loro orecchie. Insomma, dovranno pur captarti in qualche maniera, altrimenti come farebbero a comunicare tra loro?
Ma niente. Sono già lontane. Riesci solo a seguire ancora gli strascichi della loro animata conversazione, cioè l' esatto proseguimento di quello che stavano dicendo al momento della loro irruzione sul marciapiede.
Ancora incredulo, improvvisamente ti rendi conto che non hanno interrotto il loro ciarlare neanche per una frazione di secondo.
Sei stato totalmente cancellato, fatto sparire dal loro piano di esistenza, trasferito in un' altra dimensione.
Di esempi ne potrei fare molti altri, ma a che scopo se ormai sono solo il ricordo di un ombrello nero, spinto dal vento sulla strada e travolto dalle auto in corsa?

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