domenica 25 novembre 2012

CARCERE

Non ho mai preteso di essere perfetto
Non ho mai voluto essere quello che sono.
Guardo milioni di granelli di polvere in sospensione, là,
dove sottili lame di luce irrompono dalla persiana socchiusa
e sembrano come impazzire,
schizzano da una parte all'altra
all'infinito
da un'ombra all'altra,
il sole come una prigione senza muri.
I movimenti si fanno pesanti
gli occhi si sciolgono a ogni nuova stagione
i capelli sempre piu radi
la barba sempre più folta.
L'idea della perfezione si è fatta distante.
Dondolo da una lama di luce a un'altra,
l'oscurità come la mia dimora.
Piccoli cerchi si formano nella testa
come quando un sasso
irrequieta uno stagno immobile.
Dove andate?
Dove infrangerete i vostri orizzonti?
Conosco la solitudine
conosco la tristezza
e la derisione.
Quanto è brutto accorgersi che qualcuno guarda proprio te,
ti fissa,
ti scruta
ti giudica,
poi si rivolge ironico ai suoi amici
i quali sghignazzano all'unisono
guardandoti negli occhi
senza vergogna.
Questi miei occhi:
pagliuzze di grano dorato
in un verde prato umido
di rugiada.

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