domenica 1 aprile 2012

SIAMO TUTTI SEMPRE INSODDISFATTI

Il tergicristallo sbatteva via enormi secchiate d'acqua dal parabrezza, ferocemente,
ad ogni passaggio si aveva come una sensazione di pulizia e benessere,
per un attimo si poteva scrutare quello che vita aveva da offrirci...enormi secchiate di merda.
Questi erano i miei pensieri, allora, pensieri da vagabondo e quasi alcoolizzato,
pensieri che annegavano in quella pioggia che non voleva smettere di cadere giù,
che non riusciva a pulire le strade...questo pensavo.
"Il mondo non è altro che un buio e profondo buco, dove tutti cagano e nessuno tira lo sciacquone."
Osservavo Renzo, Renzo nella sua macchina.
Era un'auto di merda, anche se lui ne era davvero orgoglioso, sempre lì pronto a far notare quanto poco consumasse, anche quando pigiava sull'accelleratore:
"Ho messo 10£ di benzina 3 giorni fà...."
Ma la sua gioia sprizzava incessante da tutti i pori quando riteneva giunto il momento di mostrare le sue straordinarie doti di allungo:
"Senti come tira?"
Ed era galvanizzato e realmente convinto di tutto ciò, nonostante  gli facessi notare che un cinquantino truccato ci aveva appena superato da destra. Comunque non è questo l'importante.
Credo che fosse la sua 3° o 4° auto, tutte uguali, solita marca e modello, tutte auto di merda.
Una finì cappottata in un fosso, un'altra prese fuoco, mentre un'altra finì ingloriosamente i suoi giorni contro l'ape di un cinese...a questo punto le versioni si fanno un pò confuse, ma pare che il cinese, dopo la pressante richiesta da parte di Renzo di cacciare fuori l'assicurazione, si sia sentito rispondere:
"Eh, cosa??? Assi-cu-la-zio-ne???? No capire!!!
Dalle nostre parti è risaputo che i cinesi, oltre ad essere proprio negati nella guida, è certo che non conoscono le leggi che regolano il possedere un mezzo a motore...probabilmente non sanno neppure che esiste questa cosa di dover assicurare l'auto...
Già, ma in fondo a lui che gli importava? Poteva scaraventare quella maledetta macchina giù da un burrone, cospargela di benzina e dargli fuoco, o prenderla a martellate...insomma, poteva farci tutto quello che voleva con la sua auto, tanto i suoi amorevoli e tronfi genitori gli avrebbero comprato sempre un'altra macchina, una nuova auto di merda. Questo pensavo, finchè notai la sua mano allungarsi faticosamente verso il cellulare che squillava. Lo aveva appena trovato. Sì perchè lui, nonostante avesse già un mucchio di grana di suo, trovava di continuo oggetti simili, come portafogli e oggetti d'oro...riesce a trovare persino pacchetti di sigarette nuovi, là dove i distributori automatici li fanno cadere.
Io invece mi perdevo tutto. Mi perdevo e mi vendevo.
Insomma, aveva tutte le cose al posto giusto, compresa un gran bella figa da chiavare. Già.
Guardai distrattamente alcune macchie di vomito, vecchie di giorni, fare capolino dal bavero del mio vecchio e caro giaccone...Lo indossavo da non sò quanti anni, e tutto quello che riusciva a fare era di convincermi ad essere buttato via. Si lamentava in continuazione e, a volte, di nascosto, riusciva a strisciare piano verso qualche fogna o in un bidone dell'immondizia.
Ma non ero ancora pronto a seppellirlo...Caro vecchio giaccone, di camoscio, caldo e morbido, e le storie che potrebbe raccontare...e quel giorno era ancora lì con me, duro e freddo, come cuoio increspato.
Perchè mi trovavo seduto accanto a un tipo come Renzo?
Di solito ci divertivamo anche insieme, tutto sommato devo ammettere che sapeva essere anche divertente, ma eravamo anche  molto diversi, come l'estate e l'inverno....Renzo concluse la sua telefonata, chiudendo il cellulare con una tale e smisurata soddisfazione che era come se ci avesse stampato in fronte una enorme insegna luminosa...
"Signore e signori, chiaverò anche stasera!!"
Poi, improvvisamente, girò il suo faccione verso di me, e nel girarsi i suoi capelli, lunghi e impomatati, ondeggiarono come sospinti da una brezza gentile... ogni ciocca ricadde nel modo giusto, come se avessero studiato la parte, come dotate di vita propria, spandendo odore di gel d'appertutto, e si posarono infine sulle sue ampie spalle. Mi sembrò che la sua bocca si muoveva...sì, RENZO MI STAVA PARLANDO:
"Che, ti sei ammutolito?" sentii dire.
Improvvisamente ebbi come una visione...mi vidi come un giullare. Ecco quello che ero, un pagliaccio che, se voleva essere ammesso nella sua auto, quella sua macchina di merda, fumare un paio di cicche o bere una birra, dovevo almeno giustificare la mia presenza.
Parlare, agitarsi, cambiare stazione radio, sudare e imprecare solo per tenerlo impegnato, giusto il tempo per vederlo sparire a razzo a riscuotere la sua chiavata quotidiana.
Almeno aveva smesso di piovere.
Un innocuo sole pareva quasi fissarmi.
Vinto, sfinito e deluso, andai a poggiarmi al solito muro coperto di ragnatele.
Quel sole. Piu' lo guardavo e più sembrava il grosso naso rosso di un pagliaccio. Già,
dopo due giorni di pioggia le persone sembrano un pò piu contente, finchè il caldo non le farà sudare e imprecare...cazzo che caldo.
Ci vorrebbe un pò di pioggia.

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